PROTOCOLLO: 2020-11-23-SAL-ATS-LET-001
Lettera in pdf scaricabile qui:
Buongiorno,
A seguito delle ultime analisi eseguite in vari punti di Cava Manara, ci ritroviamo ancora nella spiacevole situazione di constatare che, ancora una volta, le analisi della ns acqua presentano un eccesso di microrganismi vitali a 22°.
Ricordo che la presenza costante di tali sostanze risalgono a gennaio 2020, con valori elevati dal prelievo effettuato al pozzo di via D’Antona. Allora il parametro era 215 ufc/ml e voi di ATS, il 21 gennaio, (protocollo 0003884) e nella lettera allegata alle analisi, scrivevate quanto segue:
“il riscontro di valori anomali di carica batterica a 22°, pur non rivestendo significato di possibile rischio sanitario ed è utile indicatore di qualità ed efficienza di trattamento”
Poi invitavate il gestore idrico ad:” eseguire verifiche interne su questo tratto di distribuzione e rimuovere l’eventuale formazione di biofilm al suo interno”.
Quel possibile biofilm che secondo l’Istituto Superiore di Sanità, consente la crescita dei microrganismi in grado di moltiplicarsi nell’ambiente. Circa il 60% delle infezioni microbiche è associato alla formazione di biofilm poiché le cellule batteriche organizzate in questa struttura sono capaci di resistere maggiormente a disinfettanti ed antibiotici e agli attacchi del sistema immunitario dell’ospite. https://www.iss.it/malattie-infettive-hiv/-/asset_publisher/djs6d32vtLLh/content/id/5258740
Ciò nonostante la presenza di questa carica batterica non è mai cessata. Voi di ATS il 21 maggio (protocollo 0026657) riscontravate dal prelievo effettuato al pozzo di via D’Antona, valori > 300MPN. Non solo: per la prima volta, ne furono trovati anche nella rete di distribuzione. Pertanto, sollecitavate nuovamente il gestore a provvedere con ulteriori trattamenti di disinfezione, precisando che, il dlg non fissa un parametro da rispettare, ma vengono tenuti in considerazione i valori limiti imposti per le acque messe in vendita in bottiglia di 100/ml. Quindi molto al di sopra.
Tali valori anomali a breve, hanno lasciato posto a continue non conformità a séguito di presenza di batteri coliformi a 37°, superando in un caso anche le 31 unità. Tutto ciò ha indotto Voi di Ats il 18 settembre, di invitare il sindaco ad emanare un’ordinanza di obbligo bollitura per scopi alimentari ed igiene orale, estesa sino al gg 24 settembre.
E così, dopo trattamenti manuali di disinfezione con cloro, il gg 6 ottobre protocollo 0055031 del 2/11, cioè quasi un mese dopo, sul sito comunale il 14 novembre, vengono pubblicate nuove analisi dove viene dimostrata nuovamente la presenza di microrganismi vitali . Questa volta stranamente non sono state effettuate analisi al pozzo di via D’Antona, però i parametri riscontrati alla fontanella di via p.za V Emanuele risultano di ben > 300 ufc/ml.
Ora sappiamo tutti che il pozzo di via D’Antona emunge acqua da una falda con presenza di acidi umici e fulvici, tali da rendere la ns acqua di colorazione gialla, definita da potabile.
Anche il Ministero della Sanità in merito scrive che “benché non esista un parametro limite, la colorazione deve essere accettabile per il consumatore e le sostanze organiche che causano la colorazione dell’acqua, non possono di per sé essere dannose per la salute.”
Tuttavia, vogliamo portare alla vostra attenzione e esperta analisi il fatto che possono reagire con il cloro e produrre livelli indesiderabili di sottoprodotti della clorazione, inclusi i Trialometani, pericolosi per la salute.
Eppure, in passato il gestore ha sempre utilizzato questo metodo di disinfezione fino alla sua dismissione annunciata durante la riunione pubblica del 6 febbraio, per poi riutilizzarlo successivamente, come si evince dalla mail inviata da Asm il 12 agosto, dove scrivono di un’ulteriore disinfezione, dopo le non conformità dovute alla presenza di coliformi,
Per quanto riguarda invece le analisi chimiche complete, utili per capire la presenza di tale sostanza, stranamente risalgono al gg 11 maggio, benché riguardino sono 2 punti di prelievo: il pozzo di via D’Antona e quello di via Giordano Bruno, mentre per gli altri punti le analisi risultano incomplete. Purtroppo, per trovare risultati completi, messi a disposizione della cittadinanza, dobbiamo consultare quelle del 20 aprile, quindi ben 7 mesi fa.
Alla luce di tutto ci chiediamo:
1) Come mai non è stata presa in considerazione l’importanza di effettuare analisi chimiche specifiche, complete con una dovuta frequenza, visto il rischio di mutagenesi sopra citata?
2) Parlando di biofilm, ci sono possibilità che la pellicola che tiene imprigionati microrganismi e batteri, si possa rompere causando una grave contaminazione batterica nella rete idrica?
3) Se cosi fosse esisterebbe un eventuale pericolo per la salute pubblica ed un possibile rischio di contaminazione di batteri altamente pericolosi?
4) È possibile che anche negli impianti domestici (es vasche idromassaggio, bollitori elettrici e qualsiasi luogo di ristagno d’acqua) si possa creare del biofilm a causa della contaminazione dell’acqua immessa dal ns rubinetto? Per le aziende, ospedali e attività ricettive a motivo di ciò è in vigore l’obbligo di prevenzione legionella. (come indicato nelle Linee guida per la prevenzione ed il controllo della legionellosi, del ministero della salute).
5) Il fatto che molti cittadini abbiamo acqua con una sensazione di viscosità, che aumenta se l’acqua rimane stagnante, può essere segno di presenza di biofilm?
6) Il fatto che molti abbiano un’acqua con un forte odore di candeggina, può creare danni, come irritazioni cutanee, irritazioni intime e agli occhi?
7) Guardando le analisi ci siamo accorti che nelle ultime pubblicate prot. 00555031 del 2/11/20 non sono state effettuate in uscita del pozzo di via D’Antona. La stessa cosa guardando il sito di Pavia Acque, nella pagina dedicata. Il pozzo è misteriosamente sparito? Come mai?
8) Visto la continua scarsa, se non pessima qualità della ns acqua e alla luce di quanto ha anticipato il gestore stesso in data 5 ottobre, ovvero che, a causa dei lavori, potrebbe riscontrarsi una residua contaminazione batteriologica, quali e quanti saranno i vs interventi di controllo, a tutela della salute dell’intera cittadinanza?
9) Quando dal rubinetto scende acqua color nocciola o giallo acido che tante al verdino, come dobbiamo comportarci? Come possiamo auto valutarne la qualità? Vi ricordo che in una circolare da Voi emessa, il 17 dicembre 2019, scrivevate che “l’acqua dalla colorazione marrone e/o con presenza di sedimenti, … .Non può essere considerata idonea per scopi potabili” e, durante la riunione del 6 febbraio, avete verbalmente aggiunto che, anche un anomalo cambiamento di colore, può essere un segnale di non idoneità
10) Guardando la foto allegata, relativa all’acqua prelevata dalla mia abitazione, dato che essendo gialla, e che sia per voi che per Pavia Acque, è comunque potabile, qualora la trovaste tra gli scaffali del supermercato, sareste disposti ad acquistarla, o l’eventuale produttore, correrebbe il rischio di controlli e/o ritiro del prodotto?
Voi la berreste??
Chiudo questa lunga lettera, con un’unica speranza. Che almeno questa volta possiate darci risposte esaustive.
Cordiali saluti.
Cava Manara, li 23 Novembre 2020
Barbara Chiesa
Presidente del Comitato Salviamo Cava da…